Premessa: purtroppo è scontato, ma dobbiamo parlare di formazione durante il covid e oggi formazione post covid.
LA FORMAZIONE PRE-COVID19
La formazione pre covid, come l’abbiamo conosciuta e realizzata, è stata una formazione incentrata soprattutto sulla necessità di dare risposte puntuali e professionali ad una richiesta sia normativa, ma anche funzionale, a tutte quelle aziende che avevano la necessità di un allineamento. Qualcuno di noi (formatori) o per passione o per propensione o, se molto fortunato, perché ha incontrato una cliente già molto illuminata, anche pre covid ha potuto sviluppare una formazione un po’ diversa, ma ci siamo comunque tutti abbastanza allineati a una formazione che fosse soprattutto il più corretta possibile senza andare a fare ricerche troppo speciali.
E LA FORMAZIONE DOPO?
Al periodo covid, con tutte le brutture, tutti gli strascichi che si porta dietro, qualcosa di buono dobbiamo riconoscere: ci ha messo davanti alla necessità di dover continuare a dare una risposta funzionale e puntuale rispetto a quelle che erano le richieste normative, ma ci ha messo di fronte alla necessità di reinventarla la formazione, di trovare degli strumenti, dei sistemi comunicativi, che potessero rispondere alle nuove esigenze che sono sorte.
IMPERATIVO OGGI RIENTRARE IN AULA!
E oggi? Cosa succede oggi?! Succede che abbiamo voglia di tornare in aula; hanno voglia di tornare in aula sia i formatori, ma devo dire anche anche i discenti e anche, perché no, i formatori/discenti. Sarà però difficile fare tabula rasa rispetto al cambiamento che un anno e mezzo di formazione a distanza ha realizzato, per cui a mio avviso, ci sarà la necessità di mantenere, migliorare, implementare tutta una serie di strumentazioni, documentazioni e progettazioni per permettere e un certo tipo di formazione di continuare ad essere erogata con questa nuova metodologia.
Questo sarà il motivo per cui dovremmo impegnarci, di nuovo e in poco tempo, a trovare un nuovo sistema comunicativo.
Alla fine di questa primavera ho sentito proprio la necessità di rientrare, anche per mettermi in discussione, in un’aula di alta formazione. Mi sono imbattuta in un corso, uno dei primi e pochi corsi progettati in presenza dalla nostra Associazione (AiFOS Associazione Italiana Formatori e Operatori della Sicurezza). Mi sono iscritta e ho partecipato alla prima lezione di una formazione progettata e realizzata da due bravissime colleghe che si occupano di formazione esperienziale: Alessandra Marconato e Sara Calì. La lezione, svolta magistralmente a quattro mani, ci ha aperto una strada per ragionare sul modo di fare formazione diversamente. E quando mi hanno chiesto: “cosa ti aspetti da questo da questo corso” la mia risposta è stata “cambiare prospettiva”. Mai come in questo periodo è necessario trovare un nuovo punto di osservazione e una diversa risoluzione; per questo sarà sempre più necessaria una nuova progettazione, un nuovo modo di pensare alla formazione.
COME CAMBIARE IL MODO DI FARE FORMAZIONE
Avevo bisogno veramente di qualcuno che mi mettesse nelle condizioni di trovare una strada alternativa e che mi suggerisse gli strumenti.
Con questa formazione in presenza mi sono ritrovata e riconosciuta, soprattutto grazie al coinvolgimento delicato e dedicato che i formatori ci hanno regalato, con una gestione magistrale delle personalità presenti e che a mio avviso è stata parte integrante dell’esperienza formativa. La formazione in presenza deve iniziare ad essere pensata non solo come formazione in aula: possiamo iniziare a studiarla e progettarla su nuove basi, in nuovi spazi o con nuovi strumenti per permettere una sempre minore passività da parte dell’uditorio discente. Questa passività è spesso ciò che impedisce la concentrazione e il trasferimento delle informazioni più importanti.
Il corso sulla Formazione esperienziale che AiFOS propone si articola in tre lezioni, in programmazione in autunno quindi (con la replica della prima lezione) tra settembre e novembre sarà interamente realizzato e cercherò di sfruttare al massimo le potenzialità delle informazioni che saranno rese, anche mettendomi in discussione attraverso questi utilissimi strumenti per far sì che la mia prossima meta sia quella di provare un modo di comunicare e di formare nuovo e diverso, attraverso la sperimentazione di sempre più innovativi metodi e strumenti che mi permettano di mettere in pratica un percorso e un progetto formativo che possa essere calato e cucito sulle esigenze di professioni e lavoratori molto diversi dallo tra di loro e che hanno la necessità di una cura e un’attenzione e particolare.
LA FORMAZIONE ESPERIENZIALE
Credo che andare verso una formazione esperienziale sempre più performante, sempre più coinvolgente e condivisa tra tutti i formatori e potrebbe essere il passaggio per un percorso di miglioramento e avanzamento anche della consapevolezza dei temi caldi della salute e sicurezza nei lavoratori e nei Datori di Lavoro.
Concludo lasciando solo una nota: la formazione che sia fatta in FAD, e-learning videoconferenza o blending, che sia fatta in presenza, addestramento o aula, o con uno nuovo spirito esperienziale deve rimandare sempre alla funzione principale: maggiore consapevolezza e gestione dei tanti ancora errati comportamenti che producono troppi incidenti sul lavoro.
Ti consiglio di guardare #LABEGAME – Formazione in evoluzione